“L’altalena”: recensione a Britta Teckentrup, nella traduzione di Sante Bandirali, edito in Italia da Uovo Nero
"L'Altalena", l’ultimo libro di Britta Teckentrup pubblicato in Italia da Uovo Nero e tradotto da Sante Bandirali, non è limitato a un pubblico specifico. Sia piccoli che grandi possono godere di questa opera poetica che riflette sulla trasformazione, sui legami e sul ricordo: il senso dello scorrere del tempo.
Al centro della narrazione c'è un'altalena rossa, situata su una collina affacciata sul mare, che diventa testimone della vita che le scorre intorno.
“L'altalena era sempre stata lì.
Se ne stava di fronte al mare e invitava tutti a sedersi.
Era un posto dove incontrarsi…e dove stare da soli.
Un posto dove essere molto felici
e un posto dove pensare e prendere decisioni importanti.
Un posto dove tutto cominciava e finiva.”
Il libro si presenta con un solido formato quadrato di 160 pagine. I caratteristici collage di Britta Teckentrup conferiscono all'opera l'aspetto di uno sguardo fisso, puntato sull’altalena, con il cielo e il mare di fronte e il lettore alle spalle.
Le tavole sono ricche di sfumature di colori in cui le luci, il mare ed un vento onnipresente, quel vento tipico dei paesi del nord Europa, sono a portata dei sensi; sulla pagina a sinistra un piccolo testo lascia spazio all'immagine accanto suggerendo, piuttosto che descrivere o affermare direttamente… È un libro di suggestioni, senza trama, in cui non troviamo neppure il numero delle pagine.
Nel corso delle pagine Britta Teckentrup crea piccole narrazioni in cui fanno capolino, con il loro sguardo bambino, Lisa, Jill, Paula, Clara, Ella e Alex, Pete, Martha, Max e Paul. Ci sono amori che sbocciano, famiglie che si espandono, amicizie fraterne e legami immaginari. Le pagine sono animate da conversazioni, giochi e notti trascorse in tenda. Una natura ricca e vibrante funge da sfondo, come un accompagnamento e talvolta si fa protagonista.
Trascorrono i mesi e le stagioni, segnate da notti oscure o giornate fredde e piovose in cui l'altalena è frequentata solo dagli animali. Con il passare del tempo anche l’altalena si trasforma, è invasa dalla vegetazione e segnata dalle intemperie, viene dimenticata... finché Peter, ormai padre e consapevole di come sia giunto il momento di tornare dove tutto era cominciato, si impegna insieme agli altri a lavorare perché l’altalena ritorni bella come un tempo.
L’altalena è ancora lì.
Guarda verso il mare e invita chiunque a sedersi.
È un posto dove iniziano le cose.
Nel mio lavoro con le famiglie partecipo intimamente a pensieri, interrogativi, dubbi, sogni ad occhi aperti che prorompono dalla genitorialità che nasce e si sviluppa nell’incontro con la propria creatura.
Nella nostra contemporaneità così solitaria mi sembra che stare di fronte alla trasformazione continua che per i bambini è la crescita, suscita nei genitori una inesauribile necessità di ascolto e confronto: hanno appena iniziato a conoscere e capire le loro creature… per accorgersi subito di come si trovino già alla prossima tappa.
La crescita dei figli, e quindi dei genitori che crescono insieme a loro, di queste transizioni ne pone una grande e molteplicità.
La lettura di questo albo mi ha parlato in particolar modo di una delle sfide che accompagna per tutta la vita la genitorialità e quindi il perdurare del legame, perché torna e ritorna in svariate esperienze e momenti: trovare la giusta vicinanza tra noi e queste persone piccole che sono le figlie e i figli.
Così l’altalena, un luogo dove incontrarsi… e dove stare soli, con il suo continuo oscillare tra arretramenti e ritorni, offre un respiro narrativo a questa ricerca tutta umana in cui è grazie alla presenza viva e dinamica di un altro che noi ci conosciamo: un po’ vicini, un po’ lontani, sempre insieme.
A cura di Francesca Sisto